Ecosistema

Le saline rappresentano un ritaglio di natura  plasmato nei secoli dal lavoro dell’uomo, in cui un rapporto simbiotico fra uomo e ambiente, maturato in secoli di reciproca competizione, sembrano oggi aver stabilito una situazione di compromesso.

Le saline sono un paesaggio, un luogo di produzione, un richiamo per l’avifauna, sono tutto questo ma anche di più, agli occhi di chi le vede per la prima volta possono apparire semplicemente un luogo arido per la produzione del sale, dove altrettanto semplicemente per effetto dell’evaporazione, si forma il sale contenuto nelle acque marine. Se così fosse il sistema sarebbe molto elementare, dato che si formano croste di sale, in ogni fessura di scoglio in cui evapori un pò di acqua marina. In realta la salina è un sistema complesso in cui tutto il lavoro del salinaro si concretizza nella precipitazione “frazionata”, dei differenti sali, contenuti in percentuali diverse, nell’acqua del mare. Bisogna premettere che l’acqua del mare è una soluzione che  contiene un certo numero di sostanze disciolte, quando l’acqua evapora, tutte queste sostanze, precipitano in una miscela cristallina, che se ingerita ha sull’organismo umano effetti devastanti; l’unico composto di valore alimentare senza gravi effetti collaterali è infatti il cloruro di sodio.

Ottenerlo è un processo che implica conoscenze ed esperienza,  possibile grazie all’eliminazione di tutti gli altri sali, questo è quello che i salinari hanno imparato a fare sfruttando la successione delle “vasche” multicolorate. Nel passaggio dell’acqua nei diversi bacini, la concentrazione dei sali cresce così come  la temperatura mentre al passaggio dell’acqua ad ogni ordine di vasche, si deposita un sale diverso, a seconda della solubilità. A depositarsi per primo nelle vasche presalanti è il carbonato di calcio, nelle successive precipitano i solfati, in quelle terminali i cloruri. In quest’intuizione sta l’esperienza di quei salinari che dal cambiamento dei colori, dall’odore, dall’ andamento dei venti e dall’aspetto del cielo riescono tutt’oggi a prevedere i tempi e i modi della raccolta del sale, purificandolo dalle sostanze tossiche, il cui risultato finale non è prestabilito, ma dipende dalla gestione pilotata da uomini esperti.

Dal punto di vista degli organismi viventi, la sequenza delle vasche è una successione di ecosistemi, la “fredda”, alimentata in continuo dall’acqua di mare, è una laguna costiera, soggetta ai cambiamenti, spesso bruschi ed improvvisi, indotti dai riempimenti e dagli svuotamenti, oltre che dall’ apporto delle acque piovane e dal rimescolamento operato dai venti e dalle brezze spiranti sulla superficie. Nei mesi autunnali e invernali la “fredda” è un bacino salmastro dove la comunità vivente che vi si insedia è composta da piante ed animali capaci di tollerare grandi variazioni di temperatura e salinità. Sul fondo molle e fangoso della vasca si radica una pianta superiore, la Ruppia maritima, insieme a alghe tipiche di ambienti lagunari come la Cymodocea nodosa, la Caulerpa prolifera, l’Enteromorpha. Fittissima è la comunita animale tra cui piccoli crostacei (Isopodi, Anfipodi, Tanaidacei, Copepodi arpacticoidi), nel fondo melmoso si infossa un mollusco bivalve, il Cera­stoderma glaucum, e sulla superficie strisciano i gasteropodi (Pyrene, la Columbella, i Cerithium).

Gasteropodi e bivalvi sono il cibo preferito dell’orata, il pesce più comune delle “fredde”, insieme con i cefali, il latterino, la spigola, tutti specie capaci di vivere dentro le vasche delle saline, essi sono a loro volta preda degli uccelli che fanno delle saline un luogo ideale per la sosta e l’alimentazione.

La biodiversita si va attenuando nelle vasche intermedie e nella sequenza dei bacini salanti, via via che l’acqua si concentra e si riscalda fino a diventare una salamoia.

Nei bacini che seguono la “fredda” l’inasprimento delle condizioni ambientali, elimina le piante e gli animali superiori, favorendo i microrganismi e alcuni piccoli animali. La fauna si riorganizza intorno ad un crostaceo l’Artemia salina e all’alga Dunaliella salina, entrambi capaci di tollerare salinità molte volte superiori al normale. Caratteristica simile ha l’Aphanius fasciatus, piccolo pesce capace di vivere nelle pozze sovrassalate  che trova un habitat ideale lungo i canali delle saline. Procedendo nelle vasche interne che si tingono di rosso, le condizioni si fanno sempre piu limitanti, le uniche forme di vita si riducono ai batteri, in assoluto gli Halobacteri uniche forme di vita in grado di sopravvivere nella salamoia.

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